venerdì 30 settembre 2011

L'umore del mondo

I ricercatori della Cornell University lo hanno individuato analizzando i messaggi inviati su Twitter da 2,4 milioni di persone, arrivando a interessanti risultati. Da Il Post.


Ogni giorno decine di milioni di persone condividono link e dicono di che umore sono su Twitter. In molti casi si tratta di informazioni superflue o che interessano un numero ristretto di iscritti, ma se gli stessi dati vengono messi insieme e analizzati possono fornire del buon materiale per uno studio sociologico su larga scala. I ricercatori della Cornell University Scott A. Golder e Michael W. Macy hanno da poco pubblicato sulla rivista scientifica Science i risultati di una interessante ricerca sociologica su Twitter, che dimostra quanto siano comuni e simili i nostri cambiamenti di umore nel corso della settimana e delle singole giornate.

I ricercatori hanno analizzato i tweet pubblicati da oltre 2,4 milioni di iscritti al social network in 84 paesi del mondo, andando alla ricerca dei messaggi contenenti alcune parole chiave come “grandioso”, “che schifo” e le emoticon. Per lo studio sono stati utilizzati quattrocento tweet in inglese per ogni utente, inviati in un periodo di tempo compreso tra il febbraio del 2008 e il mese di gennaio del 2010.

Arrivano le Ted Conference "Ecco le speranze italiane"

L'8 ottobre a Reggio Emilia arrivano le "lectio magistralis" inventate a San Francisco dal TED e rese popolarissime da internet. Sul palco saliranno artisti, imprenditori e scienziati per dimostrare che anche in Italia un Paese migliore è possibile. Da La Repubblica

Più l'atmosfera si fa pesante, più diventa indispensabile aggiornare il catalogo dell'ottimismo. È una reazione animale, puro istinto di sopravvivenza. Fuori piovono pietre. Standard & Poor's ci declassa. Il premier crede di bastare anche "a tempo perso". La domanda se siamo diventati un Paese con un grande futuro alle spalle non è mai stata tanto legittima.

Però, sforzandosi di guardare oltre Scilipoti, motivi per cui vale la pena vivere (in Italia) si continuano a trovare. Ma è importante ripeterseli per impedire che un sentimento di ineluttabilità, la convinzione che è così e non ci si può fare niente, prenda il sopravvento. Questo è almeno il senso di "Italia da esportazione", una sfilata di best of nazionali, che si terrà l'8 ottobre a Reggio Emilia 1. Registi, scrittori, imprenditori, servitori dello stato, società civile, liberi pensatori, scelti perché hanno raggiunto un livello di eccellenza nei loro settori o semplicemente perché dimostrano che cambiare le cose, in meglio, è possibile.


Google + cresce dopo l'apertura a tutti

I dati di traffico della prima settimana dall'apertura generale a tutti gli utenti del social network di Google mostrano una crescita a tre cifre. Ma Facebook resta il leader dei social network. Un'analisi dal Sole 24 Ore.




Certo, il peso specifico rispetto ai concorrenti del calibre di Facebook o Twitter è ancora particolarmente esiguo. 
Tuttavia, la decisione presa da Google la scorsa settimana di aprire a tutti gli utenti l'accesso a Google+ si sta rivalendo vincente.

Secondo le valutazioni rilasciate dalla società di ricerca statunitense Experian Hitwise la scorsa settimana la quota di mercato del social network di Google è cresciuta del 1.269 per cento.
Nella settimana chiusa il 24 settembre scorso il sito ha totalizzato qualcosa come 15 milioni di visite, posizionandosi dunque nella top ten dei social network più popolari.
Una crescita importante, che se da un lato non mina certo la popolarità di Facebook, attestato a 1,8 miliardi di visite in una sola settimana, di certo mette Google+ in predicato di competere alla pari con altri siti come Linkedin o MySpace.

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Rinnovabili.it: E' la Suntech il “Nuovo Campione di Sostenibilità”

Il World Economic Forum ha insignito del riconoscimento l’azienda cinese, che è risultata essere la prima del settore fotovoltaico, in termini di sostenibilità ambientale.


La Suntech, una delle maggiori aziende produttrici di pannelli solari, si è aggiudicata il titolo di Nuovo Campione di Sostenibilità. A riconoscerne il merito è stato il World Economic Forum in base al rapporto, di recente pubblicazione, “Ridefinire la crescita futura: i nuovi campioni di sostenibilità”. Nel rapporto, redatto da The Boston Consulting Group (BCG), sono stati considerati come criteri di valutazione la sostenibilità, l’innovazione, la crescita, l’area geografica, e le dimensioni dell’impresa. In base all’analisi è emerso che oltre 1.000 aziende in tutto il mondo hanno ottenuto importanti risultati economici nel rispetto della sostenibilità ambientale. Grazie al suo impegno nello sviluppo e nella diffusione delle energie rinnovabili, la Suntech è risultata essere l’unica società fotovoltaica ad aver ottenuto tale riconoscimento. “Siamo onorati che Suntech sia stata riconosciuta come Nuovo Campione di Sostenibilità dal World Economic Forum,” ha detto il Dr. Zhengrong Shi, fondatore e CEO di Suntech.


Amazon lancia Fire, tablet da 199 dollari

Amazon lancia Kindle Fire, il suo tablet con cuore Android, perfettamente integrato nel suo ecosistema di contenuti e servizi. Un resoconto della strategia di Amazon in un articolo de Il Sole 24 ore.


Tutte confermate le anticipazioni della vigilia. Amazon va allo scontro frontale con Apple e lancia il suo tablet con cuore Android, Kindle Fire, giocando il doppio atout: l'ecosistema, che rende già disponibili servizi, contenuti e storage, grazie all'accesso ad Amazon Cloud, e il prezzo. 
I 199 dollari del dispositivo e la sua disponibilità per il prossimo 15 novembre sono sicuramente due buone carte per farsi spazio anche in un Natele da tempo di crisi e per creare qualche mal di testa a Cupertino, che forse per la prima volta si trova a fronteggiare un antagonista seriamente intenzionato a portare via una po' di share al suo iPad.


Sicuramente l'annuncio clou è rappresentato dal tablet, delle cui caratteristiche abbiamo avuto già modo di dare qualche anticipazione: processore dual core, display touch a colori, accesso gratuiti ai servizi di Amazon Cloud.
Sorprendente il prezzo, soprattutto per gli analisti maggiormente orientate sulla fascia dei 250 dollari, ma la vera novità è rappresentato dal browser, Amazon Silk, sviluppato ad hoc per il device e poggiato sul motore
computazionale di Amazon Ec2.

giovedì 29 settembre 2011

Google, auguri di buon compleanno!

13 anni fa, due dottorandi universitari, Sergey Brin e Larry Page, diedero vita al motore di ricerca più importante del mondo, il cui nome deriva da un termine matematico, googol. Wired ne ripercorre l'entusiasmante storia.




Cominciò a studiare quel groviglio di circa 10 milioni di documenti, e cominciò anche a pensare che sarebbe stato piuttosto utile sapere quali pagine si linkavano tra loro, e cosa linkava cosa. 

La prima cosa che uscì da tutto questo linkare fu l’embrione di un progetto chiamato BackRub. Intanto Sergey gironzolava per il campus in cerca di qualcosa che lo entusiasmasse. I loro due cervelli, messi insieme, furono in grado di partorire un sistema di ranking che faceva emergere le pagine più linkate (quindi, in teoria, le più importanti). Per esempio: Ibm è sia il nome del colosso informatico sia il soprannome di un mocciosetto dell’Illinois: ma chi digita Ibm non cerca la pagina di un ragazzino, nel 99,99% dei casi. Per far emergere il sito dell’Ibm, Larry e Sergey e altri del loro gruppo - tra cui l’italianoMassimo Marchiori - scrissero un algoritmo brillante che ha segnato la storia del Web: PageRank (modificato di recente). 

Il sistema non era stato pensato per essere un motore di ricerca. Ma di fatto lo era. E funzionava meglio di quelli che andavano allora, come AltaVista ed Exite. Il nome di BackRub fu cambiato in Google - dagoogol, che in matematica rappresenta un 1 seguito da cento zero, a significare la possibilità di cercare tra un numero grandissimo di pagine nel Web. Nell’agosto del 1996, Google fu lanciato per la prima volta sul sito dell’università di Standford



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Il vero Cetto La Qualunque

Ecco il discorso di Aldo Ubaldo Biondi, sindaco di Catenanuova (Enna).Dopo il concerto di Povia il sindaco Biondi - eletto in una lista civica - arringala folla e, con pathos crescente, lancia messaggi contro droga, alcol e avversari politici. Immediato e convincente il paragone con il personaggio del politico calabrese inventato da Antonio Albanese.



mercoledì 28 settembre 2011

Il Sud verso lo "tsunami demografico"


L'allarme del Rapporto Svimez 2011: nel Mezzogiorno la disoccupazione reale al 25% alimenta le partenze e nel 2050 quasi un abitante su cinque avrà più di 75 anni. La fuga dalle città colpisce soprattutto Napoli, Palermo, Bari e Caserta. Il 45% di chi va via ha laurea o diploma. Da La Repubblica del 27 settembre 2011.



Il Mezzogiorno si allontana dall'Italia: riparte l'emigrazione, il tasso di disoccupazione reale è del 25%, meno di un giovane su tre ha un lavoro e tre donne su quattro stanno a casa. E' questo il quadro drammatico che emerge dal rapporto Svimez 2011 sulle regioni del Sud; il ritratto di una fetta d'Italia a rischio "tsunami demografico", come denuncia Svimez (associazione per lo Sviluppo del Mezzogiorno), che nel 2050 vedrà gli over 75 crescere di dieci punti percentuali e i giovani scendere da 7 a meno di 5 milioni e del 25% già entro i prossimi vent'anni.

Il fenomeno, rileva il rapporto, provocherà un'inversione nella composizione della società, con il Centro-Nord che diventa più "giovane" del Mezzogiorno. La scarsa natalità, l'assenza di lavoro che causa bassa attrazione di stranieri e massiccia emigrazione verso il centro-nord e l'estero, rischiano insomma di trasformare il Mezzogiorno da qui ai prossimi 40 anni in un'area spopolata, sempre più anziana e dipendente dal resto del Paese.


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IT e competitività: l’Italia migliora ma è lontana dalla vetta.


Da 24esimo a al 23esimo posto nella classifica mondiale della competitività nell’IT stilata da BSA. Ma è urgente programmare investimenti di lungo raggio per porre le basi dell’innovazione tecnologica e restare al passo delle economie emergenti. Articolo tratto da Key4biz del 27 settembre 2011.




L’Italia fa ancora fatica a tenere il passo degli Stati Uniti e dei Paesi del nord Europa in termini di competitività dell’Information Technology, anche se guadagna una posizione rispetto al 2009, passando dal 24esimo al 23esimo posto della classifica stilata da dall’Economist Intelligence Unit (EIU) e diffusa oggi in tutto il mondo daBusiness Software Alliance (BSA).

Due i punticini guadagnati dal nostro paese, che chiude con un punteggio di 50,7 su 100 (rispetto al 48,5 del 2009) lontana da un vertice ancora saldamente dominato da Stati Uniti (80,5 punti), seguiti da Finlandia (72), Singapore (69,8), Svezia (69,4) e Regno Unito (68,1).


Diversi i segmenti in cui bisogna migliorare rispetto agli indicatori delle ‘aree critiche’ inclusi nell’IT Industry Competitiveness Index: la ricerca innanzitutto, ma anche infrastrutture e capitale umano.
Anche se nel segmento della ricerca abbiamo guadagnato 9 punti rispetto al 2009, il punteggio è di appena 25,4 su 100, mentre riceviamo un 50 su 100 sulle infrastrutture IT (-2,5 punti rispetto al 2009), un 47 sul capitale umano (-1,4 punti) e 63,2 (-1 punto) in relazione ai supporti pubblici allo sviluppo industriale. In miglioramento soltanto gli indici relativi all’ambiente economico (con un punteggio di 74,7, +2 rispetto al 2009) e al sistema giudiziario, dove otteniamo un  punteggio pari a 80, in miglioramento di  7 rispetto al 2009.


Un deficit ‘di sistema’, quindi, che ci pone ben distanti dai primi posti in un settore che, invece, può fare molto per la crescita e l’occupazione. E anche un problema che accomuna un po’ tutta l’Europa: il Vecchio Continente, sottolinea il rapporto, “risulta ancora attraente in termini di infrastrutture IT e ambiente legale, ma sta perdendo terreno rispetto ad altre regioni per quanto riguarda il capitale umano. Le rigide regole del mercato del lavoro e un ambiente nel complesso sfavorevole agli investimenti nelle reti di prossima generazione potrebbero ostacolare lo sviluppo del settore in futuro”.


Come conferma anche lo studio, infatti, i paesi che hanno una forte propensione all’utilizzo e alla massimizzazione dei vantaggi dell’Information Technology mantengono la loro posizione in cima alla classifica (Stati Uniti e Svezia in particolare) perché hanno costruito nel corso degli anni “solide basi per l’innovazione tecnologica e ora continuano a raccoglierne i frutti”.


Matteo Mille, Presidente di BSA Italia, ha sottolineato che l’IT Industry Competitiveness Index dimostra “al di là di ogni dubbio che investire sulle fondamenta dell’innovazione tecnologica nel lungo termine paga e molto bene”.
Essenziale, in questo senso, che il settore pubblico sostenga lo sviluppo industriale con una visione a lungo raggio, prendendo in considerazione un arco di sette-nove anni: “I decisori politici ed aziendali– afferma ancora Mille - non possono permettersi di guardare a questo problema su basi annuali, o rischieranno l’arretramento complessivo delle nazioni che rappresentano”.


Le economie in via di sviluppo, del resto, lo stanno già facendo, concentrando i loro sforzi sul raggiungimento degli standard fissati sinora dai leader storici. La Malesia, ad esempio, ha conquistato 11 posizioni proprio grazie a massicci investimenti nelle attività di ricerca e sviluppo, e l’India ha guadagnato 10 posizioni ancora grazie a una robusta R&D e ad un ambiente dinamico per il capitale umano.
Molti altri paesi - e fra questi Singapore (che ha guadagnato 6 posizioni piazzandosi al terzo posto mondiale), Messico (+4 posizioni), Austria (+5), Germania (+5) e Polonia (+5) - hanno registrato significativi miglioramenti in tutte e quattro le aree fondamentali contemporaneamente.


L'evoluzione dei tablet? É appena iniziata, e parla più lingue

Dall'ultimo report predisposto da Gartner emerge come la Apple si prepara a fare il pieno di vendite, anche grazie a una concorrenza che latita. Dal Sole 24 ore del 23 settembre 2011.





Sui pc a tavoletta si è ormai detto di tutto e di più. Leggere però dall'ultimo report stilato da Gartner che Apple avrà strada libera per fare il pieno di vendite nell'ormai non lontana "holiday season" fa comunque effetto. Perché significa due cose: l'iPad probabilmente segnerà un nuovo record di vendita e, soprattutto, la concorrenza latita. Quanti erano infatti convinti che da Research in Motion, Hewlett Packard e naturalmente Google e i produttori a lei fedeli sarebbe arrivata nel corso di quest'anno una vigorosa spallata ad Apple, tale da farla addirittura cadere dal trono di assoluta dominatrice in campo tablet?
La realtà invece è un'altra, complice (ma solo parzialmente) la nota vicenda dei brevetti e gli ostacoli che la società della Mela ha eretto con la compiacenza di alcuni tribunali per stoppare le velleità di vendita dei suoi più pericolosi concorrenti (Samsung). Di un mercato che secondo gli analisti della società americana arriverà a totalizzare nel 2011 vendite per 63,6 milioni di unità (il che rappresenterebbe un incremento del 261% rispetto al consuntivo dell'anno precedente), Apple dovrebbe catturare una fetta superiore al 73%. Certo una quota inferiore a quella del 2010, pari all'83%, ma comunque tale per ritenere l'azienda di Cupertino al momento inavvicinabile dalle sue rivali, visto e considerato che le stime attribuiscono ai tablet Android un venduto di circa 11 milioni di unità, meno di un quarto di quello dell'iPad.
Lo scenario attuale, così come lo ha dipinto Carolina Milanesi, research vice president di Gartner, è così riassumibile: quella di Google è la sola piattaforma che ha trovato riscontri presso operatori e utenti, gli altri sistemi operativi (Windows, BlackBerry Qnx, MeeGo, WebOs) non arrivano a superare l'asticella del 5% di market share e nell'ottica di una domanda che continuerà a salire a ritmi molto elevati fino al 2015 – quando i tablet venduti nel mondo potrebbero essere oltre 326 milioni – Apple continuerà per almeno i prossimi tre anni ad accaparrarsi più della metà di questo mercato.
Perché questo? Perchè, come ha spiegato Milanese, "Apple offre un'esperienza utente unificata e superiore a livello di hardware, software e servizi e finchè la concorrenza non risponderà con un approccio simile la possibilità di sfidare l'iPad sono minime". L'assunto è quanto mai chiaro e può essere letto anche come un'anticipazione di come evolveranno le piattaforme operative più importanti nei prossimi tre/quattro anni. Android, secondo Gartner, ha finora pagato dazio e non è decollato in ambito tablet per questioni legate al prezzo dei dispositivi (troppo alti), un'interfaccia utente non ancora adeguata e il numero di applicazioni dedicate disponibili. Con la nuova versione del software, nome in codice ‘Ice Cream Sandwich" e in arrivo entro fine anno, Google ridurrà il gap azzerando di fatto il problema della frammentazione (la nuova versione girerà indistintamente su smartphone e tablet) e propone dosi con rinnovato appeal alla comunità degli sviluppatori.
Nel prospetto di mercato dei tablet configurato da Gartner per il 2015, un ruolo importante (anche se secondario) lo giocheranno Research In Motion con la piattaforma Qnx e Microsoft con Windows 8. È soprattutto il ritorno ambizioso in campo mobile del colosso di Redmond – e il credito di cui il nuovo sistema operativo gode fra gli addetti ai lavori - a fare notizia: l'utenza aziendale potrebbe trovare nei tablet carrozzati Windows un prodotto congeniale per gestire processi strategici di vendita e di customer management e non a caso (nel 2015) circa il 10% del mercato delle tavolette dovrebbe essere per l'appunto appannaggio dei produttori che punteranno sul software di Microsoft.


martedì 27 settembre 2011

Raggiunto l'Earth Overshoot Day


Da oggi il mondo consuma più di quello che produce. 
Da "Corriere della sera.it" del 26 settembre 2011


Mancano ancora più di tre mesi alla fine dell'anno e siamo già in rosso. La Terra dal 27 settembre ha raggiunto il limite: consuma più risorse di quanto è in grado di produrne. In inglese si dice che abbiamo raggiunto l'Earth Overshoot Day (Eod), quando il consumo di risorse oltrepassa la soglia calcolata per tutto il 2011. Lo ricorda l'organizzazione Global footprint network. A pagare le spese del deficit saranno soprattutto le foreste (che devono assorbire l'anidride carbonica in più), la qualità dell'aria (maggior inquinamento), gli oceani (scarico di rifiuti e sovrasfruttamento degli stock ittici), e ci sarà un impatto maggiore dei cambiamenti climatici. L'Eod aiuta a comprendere il divario tra il livello sostenibile dello sviluppo e quello reale: secondo il modello di vita che stiamo conducendo a livello globale (le realtà infatti sono molto diversificate tra i Paesi sviluppati e il Terzo mondo) prima della metà del secolo avremo bisogno di due pianeti. Solo che non li abbiamo. Alla fine dell'anno consumeremo il 135% delle risorse prodotte nel 2011. E quel che è peggio stiamo accelerando il ritmo di consumo: lo scorso anno, per esempio, l'Eod si era raggiunto circa quindici giorni dopo.

lunedì 26 settembre 2011

L'inganno dell'evasione fiscale

Luca Ricolfi, su "La Stampa" del 26 settembre 2011 illustra il vero senso dell'evasione fiscale e quali sono le azioni e le politiche giuste per superarla.


Da un po’ di mesi a questa parte il tema dell’evasione fiscale è tornato alla ribalta. Ma è un ritorno strano. A differenza di un tempo, neanche poi tanto remoto, in cui la lotta all’evasione fiscale era una bandiera della sinistra, mentre la destra mostrava una certa indulgenza, oggi il tema dei miliardi (circa 130) sottratti ogni anno al fisco è diventato uno strumento di agitazione politica universale. Lo usa come sempre l’opposizione di sinistra, ma lo usa anche la Chiesa per impartirci lezioni di moralità, lo usano gli indignati di ogni colore politico, lo usa la destra di governo alla disperata ricerca di soldi per tappare le falle dei conti pubblici.

Accade così che, poco per volta, alle preoccupazioni per i sacrifici che la manovra ci impone, si mescoli e si sovrapponga un malessere sordo, una specie di risentimento, che alimenta un clima vagamente maccartista, di moderna caccia alle streghe. Gli evasori sono visti sempre più come la causa di tutti i nostri mali, la loro individuazione diventa una missione morale, e ci capita persino vedere un governo di destra - che ha sempre strizzato l’occhio all’evasione - accarezzare l’idea di fare gettito mediante la delazione.



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Il futuro è più forte della crisi

Irene Tinagli su "La Stampa" del 25 settembre 2011

La settimana che ci lasciamo alle spalle non solo ha bruciato miliardi di euro sui mercati internazionali, ma sembra aver intaccato anche le speranze dei più tenaci ottimisti. In un momento simile è davvero urgente, come ha suggerito Christine Lagarde, che tutti i Paesi mettano da parte campanilismi ed esitazioni ed inizino a lavorare in modo più armonico e coordinato per ritrovare, in tempi più brevi possibili, stabilità finanziaria senza penalizzare ulteriormente la crescita.

Tuttavia, anche in un momento così critico, è importante essere in grado, di tanto in tanto, di alzare la testa e saper intravedere le trasformazioni e le opportunità che si dispiegano nel lungo periodo. Provare a leggere i fatti di oggi non con la lente della cronaca, ma con quella della storia, per capire se e come questa fase si può inserire in un’evoluzione più ampia che abbia, alla fine, uno sbocco positivo.



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Un po' di dignità

Ciao a tutti,


una delle prime cose desidero condividere è la voglia, forse la necessità, di non mollare mai, ma di avere sempre il coraggio di lottare, di cambiare e di affrontare nuove sfide senza perdere la dignità!
Ecco il bel "Buongiorno" di Massimo Gramellini su La Stampa del 7 settembre 2011:

Il mio premier è Simone Pianigiani, c.t. della nazionale di pallacanestro che, sotto di 21 punti contro Israele, infligge alla sua squadra di talentuosi molluschi una strigliata universale. «Bisogna giocare con un po’ di dignità! Con un po’ di anima! Facciamo a cazzotti, almeno. Ma che czz avete dentro?». Le parolacce di solito mi danno fastidio, ma stavolta mi hanno messo i brividi. E non solo a me: lo sfogo di Pianigiani è uno dei video più cliccati della Rete. Che czz abbiamo dentro? Il problema è tutto lì. Siamo un Paese meraviglioso ed è inutile che vi elenchi i nostri pregi, che sono sempre stati uno in più dei nostri difetti. Siamo sopravvissuti a lanzichenecchi e venditori di tappeti perché a un passo dal baratro abbiamo sempre trovato la mossa del cavallo, lo scatto di dignità. Noi siamo il Gassman debosciato della «Grande Guerra». Quello che davanti all’ufficiale tedesco che ironizza sulla vigliaccheria degli italiani, alza la testa e gli fa: «Allora, visto che parli così, mi te disi propi un bel nient». E pur di non dargliela vinta si fa uccidere, che czz.

Ora, non dico tanto. Però un po’ di anima, di dignità. La classe dirigente ne è priva. Ma noi? Siamo disposti a smetterla di considerarci pedine impotenti di un gioco incomprensibile per riappropriarci del nostro destino? A svegliarci dal torpore lamentoso degli schiavi e a lottare con orgoglio per quello in cui crediamo? Nulla è inarrestabile, neanche il declino. Ci sarà un tempo per ricordarsi di aver avuto paura. Ma non è questo il tempo. Ora bisogna dare tutti qualcosa in più, amare questa comunità e portarla in salvo. Facciamo a cazzotti con la rassegnazione, almeno.



E per completezza il video di incoraggiamento del c.t. Panigiani:





Ciao a tutti

Eccomi per il primo post. Questo è il mio blog, un luogo di condivisione di idee e progetti che mi interessano e che, spero, mi portino al confronto con la rete!

Allora non mi dilungo oltre!
a presto ...