venerdì 14 ottobre 2011

L'Italia deve salvarsi da sola

Il governatore presidente in pectore della Bce. «Non aspettare aiuti esterni». La politica rompa circolo vizioso. Da Il Corriere della Sera.



«Abbiamo perso troppo tempo» e bisogna agire «con rapidità» per riportare il Paese al posto che merita in Europa. L'Italia «deve salvarsi da sola», senza aiuti esterni: la salvezza e il rilancio possono venire solo dagli italiani. Ma la politica «ha il compito insostituibile di trovare il modo di rompere il circolo vizioso» di privilegi, coalizioni di interessi «prima che questo renda impossibili, per veti incrociati e cristallizzati, le misure necessarie per la crescita». Così Mario Draghi, presidente in pectore della Bce, incarico che assumerà dal primo novembre, a una delle ultime uscite pubbliche da governatore della Banca d'Italia. Draghi ha aperto a Palazzo Koch un convegno dal titolo «L'Italia e l'economia internazionale » alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.

LA SALVEZZA VIENE SOLO DAGLI ITALIANI -«È importante che tutti ci convinciamo che la salvezza e il rilancio dell'economia italiana possono venire solo dagli italiani», ha osservato Draghi. «Una nostra tentazione atavica, ricordata da Alessandro Manzoni, è di attendere che un esercito d' Oltralpe risolva i nostri problemi. Come in altri momenti della nostra storia, oggi non è così. E' importante che tutti i cittadini ne siano consapevoli. Sarebbe una tragica illusione pensare che interventi risolutori possano giungere da fuori. Spettano a noi».

SALVARE L'ITALIA PER SALVARE L'EUROPA - «Salvando noi stessi contribuiremo in modo decisivo alla salvezza dell'Europa» ha poi detto Draghi «Nell'anno in cui celebriamo i 150 anni dell'Italia - ha spiegato Draghi - ricordiamo il Risorgimento dei nostri bisnonni nell'Ottocento e l'unità di intenti che nel dopoguerra ci consentì di assicurare il progresso del paese con la Costituzione repubblicana, con la promulgazione delle leggi volte a garantire i fondamentali diritti sociali e civili dei cittadini, con la sconfitta del terrorismo». «In quei momenti cruciali si manifestò la concordia di fondo del paese, al di là del necessario e duro confronto politico. Abbiamo oggi bisogno della stessa ispirazione, della stessa intelligenza».

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