L’economia italiana è sostanzialmente ferma da dieci anni. Non sono ragioni congiunturali quelle che spiegano il nostro ristagno. Se fosse così la situazione sarebbe meno grave. Basterebbe agganciare la ripresa mondiale (che prima o poi arriverà) per tornare a crescere. Ma in più occasioni abbiamo avuto la prova che anche quando il resto d’Europa cresce, anche quando l’economia mondiale cresce molto, l’Italia cresce poco e a volte non cresce affatto.
Ci sono ragioni strutturali che oramai ci stanno facendo impoverire. Basti pensare che fino ai primi anni 2000 avevamo un Pil pro-capite superiore a quello medio dell’Unione europea mentre da vari anni siamo sotto la media. Siamo specializzati, ad esempio, in settori maturi e a scarsa complessità tecnologica e questo ci espone, più di altri, alla concorrenza di paesi emergenti a minor costo del lavoro (Cina, Indonesia, e così via). Le nostre quote sul commercio mondiale cadono. La nostra produttività è sostanzialmente ferma da quasi dieci anni.
Ci sono ragioni strutturali che oramai ci stanno facendo impoverire. Basti pensare che fino ai primi anni 2000 avevamo un Pil pro-capite superiore a quello medio dell’Unione europea mentre da vari anni siamo sotto la media. Siamo specializzati, ad esempio, in settori maturi e a scarsa complessità tecnologica e questo ci espone, più di altri, alla concorrenza di paesi emergenti a minor costo del lavoro (Cina, Indonesia, e così via). Le nostre quote sul commercio mondiale cadono. La nostra produttività è sostanzialmente ferma da quasi dieci anni.
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