Dopo Facebook e Twitter, il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha visitato LinkedIn, per discutere l’American Jobs Act. Ai dipendenti e membri di LinkedIn che lo interrogavano sul futuro del lavoro, Obama ha offerto una sola ricetta: la formazione. Pur parlando dal tempio del capitale sociale, le sue riflessioni hanno ribadito la centralità del capitale umano.
E’ l’ennesimo segnale della crisi. Quando il lavoro c’è, ci si preoccupa dell’opacità del mercato del lavoro e dei meccanismi per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Con un tasso di disoccupazione superiore al 9%, le priorità sono altre: creare nuova occupazione e riqualificare i lavoratori espulsi dai settori maturi.
I business social network, nati come costola professionale dei social network ‘ludici’, faticano a riposizionarsi rispetto a questi cambiamenti: si limitano a declinare in ottica lavorativa le funzionalità offerte da Facebook, a cui aggiungono uno spazio dedicato all’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Gli utenti che si iscrivono con l’obiettivo di trovare lavoro, di rado lo raggiungono.
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