lunedì 14 novembre 2011

Quanto vali sul web? Basta un click per saperlo!

Ecco Klout, un servizio online che aggrega le attività degli utenti sulle piattaforme social e le valuta con un punteggio da1 a100, base a tre parametri: quante persone seguono ogni giorno i tuoi aggiornamenti; quante volte i tuoi contenuti vengono riproposti e condivisi da altri utenti; e il numero di contenuti che vengono condivisi da utenti «influenti». Da Lettura, supplemento domenicale de Il Corriere della Sera.


Se Facebook ha visto la luce in una stanza universitaria e Twitter su un’altalena al parco, Klout — il social network che misura l’influenza online degli utenti — è nato in un ristorante messicano. Nel 2008 un giovane agente immobiliare di San Francisco, Joe Fernandez, bloccato a casa per un’operazione alla mandibola, riesce a comunicare con il mondo solo via pc: «I social media — racconta Fernandez al “Corriere della Sera” — erano diventati la mia fonte primaria di informazioni, il mio bar, l’arena per discutere». È in quelle settimane che per Fernandez diventa fondamentale capire di chi fidarsi online. Il pensiero diventa business il giorno della guarigione quando, all’uscita dallo studio medico, il giovane viene assalito da un desiderio di burritos. «Chiedo su Facebook dove trovare i migliori di New York e, nella scelta, mi affido alle persone che hanno più credenziali per la risposta corretta: numero di “amici” e ridondanza di temi culinari nei contenuti».

Da lì l’idea di progettare uno strumento capace di misurare l’influenza online. Nasce così Klout, un servizio online che contiene un algoritmo capace di aggregare le attività degli utenti sulle piattaforme social — da Twitter a LinkedIn — e valutarle con un punteggio da1 a100. Tre i parametri: quante persone seguono ogni giorno i tuoi aggiornamenti; quante volte i tuoi contenuti vengono riproposti e condivisi da altri utenti; e il numero di contenuti che vengono condivisi da utenti «influenti». Non basta avere migliaia di followers o «amici», bisogna saperli usare. Quello che Azeem Azhar, ceo di PeerIndex, concorrente di Klout nel misurare la reputazione digitale, chiama «Clay Shirky problem».

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